martedì 12 agosto 2025

Origine del cognome: un'ipotesi - di Michele Balen

di Michele Balen

Un'idea di Balen in Norvegia

Il nome Balen è un toponimo e si riscontra in modo particolare nelle terre norrene e germaniche
permettono di individuare alcuni toponimi piuttosto interessanti in proposito. Uno di essi, si trova nell'isola danese di Samsø, dove la radice "bal" è presente nei nomi Ballen(qui non deve distrarci la doppia "l") un villaggio portuale affacciato sul Kattegate Ballebjerg, nome di una collina che si eleva sul mare nella parte settentrionale dell'isola. 
Più a nord, lungo il brullo e tormentato paesaggio costiero della Norvegiatroviamo il villaggio di Brekke (comune di Gulen nella contea di Vestland), nei pressi del quale, elevata sulle acque del fiordo, si incontra una località  che porta il nome Bålen
Continuando lungo la costa, nel comune insulare di Vega, nell'Helgeland (Nordland), il toponimo "Balen" ([bɑlən]?) identifica un brullo isolotto roccioso, in posizione avanzata verso il mare.
Un altro isolotto, del tutto simile a quello sopra citato, chiamato "Balen" (per mapcarta.com), (Barden per Google Earth) si trova nel comune insulare di Frøya (contea di Trondelag).
E "Balan" è, infine, un terzo isolotto, simile ai precedenti, che si trova nel distretto di Rørvik, (comune di Nærøysund, contea di Trøndelag ).

Il toponimo si trova ripetuto anche in ben quattro località del Belgio brabantino: Baelen (Liegi), Balen (Anversa) e Baal con Balenberg (Tremelo). A tal proposito possiamo formulare almeno due ipotesi:
1. che Balen sia un toponimo usato comunemente sia dai Franchi residenti nel Brabante alto medievale, sia dai Norreni del Mare del Nord e del Kattegat
2. che il toponimo sia giunto in Belgio, forse nel IX secolo, insieme ai knorr, cioè le imbarcazioni dei Vichinghi, e ai loro pur effimeri insediamenti. 

Un'ipotesi. 

Ma che cosa indicava, o avrebbe indicato la parola? A quale tipo di luogo sarebbe corrisposto il nome "balen"?

"Bål" è una parola delle lingue danese, svedese e norvegese, in tutte e tre significa falò e si pronuncia all'incirca [bɔl].
Un'ipotesi che mi pare sostenibile è che la radice "bal-", presente nei toponimi nordici e belgi, e da questi passati al cognome Balen con tutte le sue varianti, sia da riferire a questa radice norrena, di origine probabilmente indoeuropea. 
La parola norrena "bål" si riferisce al fuoco acceso e il sanscrito bhās significa “splendere”. Per conversione di bh (spirata) nelle fricative bhph, e si ritrova la stessa radice nelle voci greche phōs “luce” e phaínō “far vedere”, e nel latino focus “fuoco”. 
A conferma di ciò, in alcuni dialetti greci la v è trascritta con la grafia e il gruppo iniziale vr- è trascritto con br-. Il greco conserva la b indoeuropea ma in molti casi trascrive la b con la p (o ph) e la bh con ph. In latino la è comunemente trascritta con la b o la v, mentre la bh è comunemente trascritta con la f. La confusione tra b e v non è mai stata compiutamente risolta.
"Bel", presente negli oronimi italiani come "Montebello", è sinonimo di "altura", "monte", ed è riconducibile alla radice indoeuropea bhel / bhle che significa "crescere", "aumentare"; si ritrova nella celtica bal "cima" e nel latino medioevale ballea "monte".

Tornando ai fari, essi in origine erano dei semplici fuochi, falò alimentati con legna, tenuti accesi per i naviganti sulle alture prospicienti le zone di mare più pericolose, soprattutto di notte e soprattutto durante il maltempo, oppure all'entrata di rade e di porti.

I citati toponimi danesi e norvegesi ci forniscono interessanti elementi a favore dell'ipotesi che la parola balen sia originariamente legata all'idea del falò e che essa sia da collegare a zone di mare o ad alture illuminate: "balen" poteva indicare un'altura sulla quale veniva acceso un "falò", che appunto, in svedese, in norvegese e in danese si dice "bål" e in ucraino "багаття" (bahattya), e che aveva forse lo scopo di indicare la rotta ai naviganti. 
In definitiva la parola "balen" vorrebbe dire più o meno "faro" o "altura luminosa". 

Il toponimo presente in Belgio, con molta probabilità, indicava delle alture che erano evidenti nel paesaggio altomedievale, quando, pur essendo esse di modesta altezza, emergevano a sufficienza sul paludoso territorio circostante. Alture o terreni emergenti che potevano a quel tempo ospitare dei fuochi non necessariamente destinati alla navigazione fluviale o di palude.

A confortare quest'osservazione vi è il fatto che il tema "bal" o "bel" possono derivare dal protoindoeuropeo "bʰel", che a sua volta significherebbe "luce". 

Lo stesso tema è presente nei nomi di due divinità solari come il germanico Balder ed il veneto e protoceltico Belenus.

Balder e Belenus
La scelta di usare il grafo ⟨a⟩ (Balder) piuttosto che il grafo ⟨e⟩ (Beleno), può dipendere dall'uso di un fonema mediano che è contiguo ad entrambi quei suoni che solitamente vengono rappresentati con i grafemi latini ⟨a⟩  ed ⟨e⟩: per esempio i foni [æ] /'bælen/ ed [ɑ] /'bɑlen/. 

A  Belenus, divinità veneta e protoceltica venerata ad Aquileia in età preromana, fanno riferimento gli studiosi ipotizzando che il nome della città italiana Belluno sia derivata dal celtico Belodunum, composto di Belo (contrazione di Beleno) e dunum (altura fortificata). In altre parole, secondo tali studiosi, il nome della città andrebbe tradotto in lingua corrente con "Rocca di Beleno". Non è improbabile tuttavia che il morfema "bel" sia da collegarsi piuttosto al fatto che Belluno è un'altura e che in antico ospitava dei fuochi. 

Un'altura fortificata e illuminata dai fuochi
Non è certo che a Belluno si venerasse in modo tanto particolare il dio solare dei celti da dare al centro abitato il suo nome, ma per la vicina Feltre, anch'essa collina fortificata (dei Reti), vi è l'antica tradizione che parla di un particolare culto dedicato ad Apollo, il dio solare dei Greci e dei Romani. 
Non è quindi troppo azzardato ipotizzare che la radice "fel" di Feltre e la radice  "bel" di Belluno, siano entrambe da far risalire al già citato protoindoeuropeo "bʰel", o nel senso di "luce" (solare) o in quello di "altura", o entrambe le cose. Il nome Feltre potrebbe allora essere un composto di bʰel (Belenus, luce o altura) e l'indoeuropeo tṛ o tṝ (indicante forse un attraversamento, un confine o una difesa), e dunque avrebbe all'incirca il significato di Altura di confine o Altura difensiva o Fortezza di Apollo.










dal satellite: Balen (Muddvaer, Vega, Norvegia)






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